2008-06-12 16:57
ROMA - Ci sono voluti diciassette giorni e diversi tentativi, ma finalmente una delle otto microcelle a bordo della sonda Phoenix è carica di terra marziana, e sta effettuando le prime analisi. La notizia viene dalla Nasa, i cui tecnici hanno festeggiato addirittura ballando l'evento. La porzione di suolo all'interno dello strumento Tega della sonda viene da 'Baby Bear', una delle due buche scavate dal braccio robotico il 6 giugno.
Dopo aver prelevato il terreno, la sonda lo 'setaccia', cercando di riempire la microcella, grande quanto la punta di una matita, solo con particelle finissime. Dopo tre tentativi andati a vuoto a causa della conformazione 'ostica' del suolo marziano, ma alla fine la cella numero 4 è stata riempita. "Dopo averlo analizzato con lo strumento Tega, che cerca tracce di composti del carbonio volatili - spiega Peter Smith, dell'università del'Arizona - il terreno verrà studiato dal microscopio ottico a bordo, che ne fornirà immagini inedite".
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La sonda Phoenix comincia a lavorare
Gli scienziati della Nasa si sono lasciati andare oggi a urla di gioia quando per la prima volta la sonda Phoenix, atterrata il 25 maggio scorso sul polo artico di Marte, e' finalmente riuscita a prelevare un campione di terreno dal pianeta, dopo giorni di tentativi falliti.
Per giorni la sonda ha continuato a provocare vibrazioni attraverso il suo Thermal Evolved Gas Analyzer (Tega) nella speranza di provocare un cedimento nella compattissima superficie del pianeta. Finalmente i tentativi sono stati coronati da successo e un campione di terreno e' stato immesso dentro al laboratorio della sonda.
Gli scienziati, che ormai disperavano di riuscire nell'intento, hanno accolto la possibilita' di analizzare piu' da vicino il campione di terreno con un lungo applauso, mettendosi a danzare intorno alla stanza da cui seguivano le operazioni.
Lo ha riferito William Boynton, dell'Universita' di Tucson, in Arizona, che coordina l'esperimento di Tega. La porzione di suolo all'interno dello strumento Tega della sonda viene da 'Baby Bear', una delle due buche scavate dal braccio robotico il 6 giugno. Dopo aver prelevato il terreno, la sonda lo 'setaccia', cercando di riempire la microcella, grande quanto la punta di una matita, solo con particelle finissime.
"Dopo averlo analizzato con lo strumento Tega, che cerca tracce di composti del carbonio volatili - spiega Peter Smith, dell'universita' del'Arizona - il terreno verra' studiato dal microscopio ottico a bordo, che ne fornira' immagini inedite".
http://www.rainews2 4.rai.it/ notizia.asp? newsID=82690